Ai Weiwei a Firenze. La mostra a Palazzo Strozzi

Dal 23 settembre 2016 al 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi a Firenze ospita la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, Ai Weiwei: una rassegna a cura di Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

Artista dissidente e icona della lotta per la libertà di espressione, Ai Weiwei è noto a livello globale per l’unione di attivismo politico e ricerca artistica attraverso opere spettacolari e provocatorie.

Ai Weiwei invade con la sua straordinaria libertà creativa tutti gli spazi di Palazzo Strozzi: la facciata, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina, con iconiche installazioni monumentali, sculture e oggetti simbolo della sua carriera, video e serie fotografiche dal forte impatto.

Per la prima volta Palazzo Strozzi viene utilizzato come un luogo espositivo unitario, creando un’esperienza totalmente inedita per i propri visitatori e permettendo all’artista cinese di confrontarsi con un contesto ricco di sollecitazioni storiche e spunti architettonici. Una nuova grande installazione dell’artista, coinvolge due facciate dell’edificio rinascimentale con ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni ancorati alle finestre di Palazzo Strozzi: un progetto che porta l’attenzione ai destini dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo.

Il centro del Cortile è invece dominato da Refraction (Rifrazione), una gigantesca ala metallica fatta di pannelli solari resa immobile dalle grandi dimensioni e dal peso di oltre cinque tonnellate, suggestiva metafora della costrizione e della negazione della libertà.

«Ospitare una simile retrospettiva qui a Firenze significa pensare alla città come a una moderna capitale culturale, non soltanto legata alle vestigia del proprio passato ma finalmente in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo – dice Arturo Galansino. “L’aggettivo “libero”, che dà il titolo alla mostra, vuole riferirsi alla libertà riconquistata da Ai Weiwei nel 2015, ma anche al modo totalmente libero e creativo in cui l’artista ha utilizzato e interpretato gli spazi di Palazzo Strozzi».

www.palazzostrozzi.org

Il Sogno di Theimer – ad Arezzo lo “Scultore di Mitterand”

Due location di prestigio. Un curatore d’eccezione. E un artista di livello mondiale: Ivan Theimer. Per una mostra che rappresenta il fulcro dell’estate aretina organizzata dall’amministrazione comunale. Sponsor unico Giovanni Raspini.

Le location sono la Fortezza Medicea con le sculture e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea con oli, acquerelli e disegni. Il curatore è Vittorio Sgarbi. Il titolo della mostra è “Il sogno di Theimer”, fino al 23 ottobre a ingresso gratuito dal martedì alla domenica.

La sezione ospitata in Fortezza Medicea parte con un tunnel d’ingresso concepito come una galleria di fuoco carica di simbologie. Il bastione della Spina sviluppa tematiche come i miti, fra cui quelli legati al mare.

Le sale sotterranee espongono opere che evidenziano il rapporto viscerale fra la pietra da costruzione e il bronzo, tra la materia della storia e il fuoco antichissimo della fusione a cera persa.

Il ciclo pittorico alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea nasce invece e si sviluppa con una componente naturale fortissima. La prossimità della cappella Bacci con il capolavoro del Ciclo della vera croce di Piero della Francesca non è casuale: la pittura di Ivan Theimer ha infatti evidenti richiami quattrocenteschi.

Dal primo settembre sarà disponibile il catalogo di Maggioli Musei Editore.

www.ilsognoditheimer.it

Acquario di Livorno: tra le novità gli squali zebra

“Amore a prima vista”. È questo il nuovo claim che l’Acquario di Livorno ha scelto per la nuova stagione 2016. Aperto al pubblico tutti i giorni, bambini, ragazzi ed adulti potranno visitare questa struttura nella suggestiva location della Terrazza Mascagni,  ed ammirare da vicino gli esemplari che la popolano. Al piano terra 33 le vasche espositive, oltre 2.000 animali, mentre al primo piano un nuovo percorso dedicato ad insetti, anfibi e rettili ed una splendida terrazza panoramica da cui ammirare le bellezze della costa livornese e le isole dell’Arcipelago Toscano.

Tante nuove proposte per coinvolgere i visitatori, permettendo loro di trascorrere una giornata diversa, all’insegna del divertimento, ma anche di emozioni, bellezza, cultura, natura ed ambiente, in perfetto stile edutainment che da sempre contraddistingue la società Costa Edutainment S.p.A. che a Livorno gestisce la struttura.

Novità 2016 dell’Acquario di Livorno sono gli squali zebra, i nuovi protagonisti che già nuotano nella vasca indopacifica. Il loro nome  deriva dalla particolare livrea zebrata che i piccoli hanno durante i primi mesi. La “zebratura” serve ai piccoli per confondersi e mimetizzarsi nelle acque basse, dove i raggi solari che penetrano formano delle linee irregolari sul fondo richiamando appunto la livrea di questa specie. Da adulto questo squalo perde le strisce, che vengono sostituite da caratteristici “pois” neri. Benché non si tratti ancora di una specie in pericolo, l’ambiente in cui vive è sottoposto ad una grande pressione da parte dell’uomo e questo indirettamente rischia di danneggiare questa ed altre specie, davvero preziose per conservare la biodiversità del pianeta.

Altra novità 2016 dell’Acquario di Livorno è il nuovo percorso espositivo dedicato al mondo degli insetti, degli anfibi e dei rettili. Allestito al primo piano della struttura, in un ambiente totalmente rinnovato, in questo nuovo percorso i visitatori potranno ammirare vari esemplari di questi tre gruppi, tra cui l’affascinante e mimetico camaleonte, le velenose rane freccia, l’insetto stecco, l’iguana, la rana cornuta e le blatte soffianti e tanto altro ancora.

Tra gli altri protagonisti della struttura,  le due già note tartarughe verdi “Ari” e “Cuba”, due esemplari di pesce Napoleone e gli squali pinna nera, star della stagione 2015.

Un format di successo quindi, capace di coniugare divertimento e gioco con conoscenza e informazione e di coinvolgere emotivamente il pubblico trasmettendogli importanti messaggi per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, in particolare quello marino.

Ovviamente particolare attenzione al mondo dei bambini, attraverso le proposte edutainment per le famiglie come le animazioni in compagnia della mascotte polpo “Otto” e lo speciale percorso “Dietro le quinte” disponibili nei fine settimana e giorni festivi, oltre alla possibilità per bambini e ragazzi di festeggiare il compleanno in questa suggestiva location. Per gli adulti invece l’Acquario di Livorno offre  la possibilità di organizzare anche eventi privati e aziendali in location suggestive ed originali.

Orari di apertura al pubblico stagione 2016:
Aprile, Maggio, Giugno e Dal 1 /9 al 25/9: tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17)
Luglio ed Agosto: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso 19.00).
Dal 25/9 e ad Ottobre, Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo la struttura è aperta al pubblico nei fine settimana e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17).
Apertura speciale: 22 Maggio e dal 2 al 5 giugno inclusi dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso 18).
Il 31 Ottobre e dall’8 al 11 Dicembre  apertura tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17)
Dal 26 Dicembre 2016 all’8 Gennaio 2017 apertura tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17).

Attenzione: il 24 e 25 Dicembre la struttura resterà chiusa al pubblico”

Solo su prenotazione per gruppi e scuole, la struttura è aperta tutti i giorni dell’anno.

Per info su orari, prezzi e prenotazioni
www.acquariodilivorno.it
tel. 0586/269.111-154
info@acquariodilivorno.

Orcia Wine Festival: Weekend tra vini toscani pregiati

Dal 22 al 25 aprile, a San Quirico d’Orcia si svolgerà la VII edizione dell’Orcia Wine Festival. Una mostra mercato dei vini della Val d’Orcia ideata e organizzata dal Comune di San Quirico d’Orcia nelle meravigliose sale settecentesche di Palazzo Chigi. Un evento di grande interesse per tutti gli amanti del vino durante il quale i partecipanti potranno prendere parte a degustazioni tecniche guidate, assaggi di vini toscani pregiati e prodotti tipici e visitare direttamente le più rinomate cantine dei 13 comuni della Val d’Orcia.

Al tempo stesso durante l’Orcia Wine Festival i produttori di questi vini toscani pregiati avranno l’opportunità di promuovere i propri prodotti, entrando in contatto diretto con addetti ai lavori, operatori e appassionati.

La manifestazione ruoterà attorno a tre momenti principalmente, ognuno ambientato in luoghi differenti. La prima location sarà allestita nelle sale di Palazzo Chigi dove i produttori saranno dietro ai tavoli pronti ad offrire assaggi, spiegazioni e a vendere i loro vini. Il secondo momento di incontro avverrà invece nei ristoranti di Bagno Vignoni aderenti all’iniziativa, dove gli ospiti potranno cenare con ottimi menu tipici mentre i produttori di vino li intratterranno con i racconti della loro terra, dei vitigni e del vino protagonista.

Ma la novità della VII edizione dell’Orcia Wine Festival è senz’altro l’originale sfida tra l’assaggio con storytelling e la degustazione tecnica durante la quale i winelovers dovranno scegliere cosa li emoziona di più tra il racconto dei vignaioli di storie di vita trascorse tra vigne e cantine o la degustazione organolettica e i caratteri produttivi del vino.

E gli enoappassionati amanti della natura potranno decidere di visitare il territorio e le cantine anche attraverso gli Orcia wine walking e gli Orcia wine bike, percorsi di trekking e in bicicletta.

Un fine settimana di festa e musica, mostre, tamburi e costumi storici, in cui il vino diventa il vero protagonista di un paesaggio capolavoro, riconosciuto patrimonio dell’Umanità Unesco.

Consultando la App Made in Tuscany sarà possibile scoprire alcune delle cantine che partecipano a questa iniziativa oppure scegliere una delle splendide strutture ricettive della Val d’Orcia in cui trascorrere un piacevole weekend tra natura e vino.

Weekend a Cortona: arte, festival e buona tavola

L’aria di primavera porta con sé la voglia di organizzare gite fuori porta e un weekend a Cortona è senz’altro un’ottima idea per chi non ha ancora avuto la fortuna di visitare questo splendido borgo toscano. Entrata nel cuore degli americani grazie al libro, diventato poi film, “Under the Tuscan Sun”, Cortona attira ogni anno migliaia di turisti stranieri e italiani proprio perché ha tanto da offrire sotto ogni puto di vista.

Dall’alto di una collina che domina la valle e da cui è possibile spingere lo sguardo sugli splendidi panorami della Valdichiana, sino a scorgere anche il lago Trasimeno, Cortona ha saputo mantenere le sue origini etrusche. Una città racchiusa da una cinta muraria all’interno della quale si sviluppa un delizioso centro storico fatto di vicoli stretti e acciottolati, antichi palazzi, botteghe artigiane, enoteche e trattorie dove degustare i vini e i prodotti tipici di questa terra.

Trascorrere un weekend a Cortona significa infatti trascorrere due giorni all’insegna di arte, storia, cultura ma anche paesaggi mozzafiato, vino e buon cibo.

Per entrare nella vera atmosfera medievale di questo meraviglioso borgo è sufficiente passeggiare su è giù per le viuzze del centro, alla ricerca degli scorci più suggestivi di questa città da immortalare nelle foto. E poi, quasi per caso, ritrovarsi nella splendida Piazza della Repubblica, fulcro del centro storico di Cortona. Simile ad un salotto storico a cielo aperto, questa piazza ospita alcuni tra i più importanti monumenti della città tra cui il Palazzo Comunale con la torre dell’orologio e il Palazzo del Capitano del Popolo, a cui si accede da una imponente scalinata. Poco distante Piazza Signorelli su cui si affacciano l’omonimo Teatro e il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (MAEC), il Museo di storia etrusca più importante di Italia che spesso ospita importanti mostre legate alla sua storia.

Percorrendo gli stretti vicoli sarà possibile scoprire piccoli laboratori d’arte, negozi di artigianato e di souvenirs di ogni tipo, pittoreschi caffè…E per i più instancabili, uscendo dalle porte della città è possibile raggiungere quello che i cortonesi chiamano “il Poggio”. Certo, le salite non mancano, ma gli scorci più magici di Cortona sono proprio qui…E per riprendersi da una lunga camminata, quando si avvicina l’ora di pranzo sarà difficile scegliere una tra le tante trattorie tipiche sparse qua e là, dove gustare i sapori di una cucina casereccia tenendo tra le dita un bel calice di vino rosso..

Ma Cortona è capace di attirare un gran numero di turisti anche grazie ad una vivace attività culturale fatta di eventi, arte e tradizioni locali. Primo fra tutti Cortonantiquaria, la più antica mostra d’antiquariato d’Italia che si svolge ogni anno tra agosto e settembre, mentre nel periodo estivo si svolgono i due più importanti Festival a Cortona: il Cortona On the Move, Festival internazionale di fotografia che quest’anno si svolgerà dal 14 luglio al 2 ottobre 2016, e il Cortona Mix Festival, un festival dedicato a musica e teatro, programmato dal 30 luglio al 7 agosto 2016.

Il nostro weekend a Cortona non può certo concludersi senza una tappa al Valdichiana Outlet Village. A due passi dall’autostrada un enorme outlet che richiama le caratteristiche dei borghi toscani con portici, fontane e giardini. Una piacevole sosta sulla via del ritorno, per approfittare di prezzi scontatissimi su alcuni dei più importanti brand.

Se vuoi scoprire quali sono le botteghe più caratteristiche da visitare, i locali in cui fare degustazioni oppure se devi ancora scegliere dove pernottare scarica la App gratuita Made in Tuscany su Google Play e Apple Store… potrai trovare tantissimi spunti per organizzare al meglio il tuo itinerario di viaggio.

Pistoia, capitale della cultura 2017

Sarà Pistoia la capitale della cultura 2017. La città italiana del Blues ha vinto la sua sfida con altre 8 città candidate: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni. A partire dal prossimo gennaio la città, nota ai più piccini per ospitare il Parco di Collodi, diventerà un laboratorio di creatività e innovazione.

La decisione è stata presa dalla Giuria di selezione presieduta da Marco Cammeli. L’esito è stato poi comunicato lo scorso 25 gennaio dal Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini.

Una scelta davvero importante per la città Toscana, spesso messa in ombra dalle vicine Firenze e Pisa ma, nonostante ciò, capace di sviluppare una propria identità culturale e territoriale oggi conosciuta e apprezzata nel mondo, grazie in particolar modo ad una tradizione vivaista senza eguali e a uno dei festival di blues più conosciuti nel panorama internazionale, il Pistoia Blues, che si tiene ogni anno nel mese di luglio.

Ci sono molte ragioni culturali che hanno contribuito alla candidatura di Pistoia come capitale della cultura 2017. La città toscana infatti non solo possiede numerosi musei comunali, archivi e biblioteche ma, negli ultimi anni ha saputo sviluppare un articolato programma di eventi e iniziative culturali. Accanto al già citato Pistoia Blues Festival, che ogni anno richiama migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, si possono annoverare alcuni interessanti appuntamenti come “Dialoghi sull’uomo”, un festival sull’antropologia contemporanea fatto di incontri, spettacoli, conferenze e dialoghi con antropologi, sociologi, filosofi, studiosi e ricercatori italiani e stranieri; oppure “Leggere la città”, rassegna sulle trasformazioni urbane dedicato alle piccole e medie città d‟Europa.

In occasione del grande evento, che ha portato alla città un milione di euro finanziati dal Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), la futura capitale della cultura 2017 si appresta a realizzare alcuni importanti obiettivi. Tra questi la riqualificazione dell’antico Ospedale del Ceppo, il restauro delle mura urbane per riportarle alla loro fruizione pubblica e renderle un polmone verde della città, lo sviluppo di percorsi ciclo-pedonali nel verde del centro storico e l’ampliamento e riqualificazione di Palazzo Fabroni, con il suo Centro di arti visive contemporanee. Nell’anno della capitale inoltre è già prevista una mostra sull’artista pistoiese Marino Marini, celebre per i suoi cavalli e cavalieri, che verrà realizzata con la Fondazione Guggenheim.

Tutti questi interventi andranno a valorizzare una città che, sebbene sia poco turistica, non per questo è meno ricca di fascino. Girando negli stretti vicoli che conservano ancora le antiche insegne e nelle viuzze secondarie dai nomi stravaganti ed evocativi, sarà facile restare sorpresi dal gran numero di chiese, palazzi e chiostri. Ma soprattutto non si potrà non restare a bocca aperta di fronte al suggestivo scenario offerto dalla Piazza del Duomo con la Cattedrale di San Zeno, il campanile romanico, il Battistero gotico di San Giovanni in corte. E ancora il Palazzo dei vescovi, Palazzo Pretorio che ospita il tribunale, e Palazzo del Comune. E per finire la caratteristica Piazza della Sala, chiamata dai pistoiesi semplicemente “la Sala”. Il luogo di ritrovo dove la gente si incontra nei tanti bar e locali tutto intorno, o semplicemente in piedi a fare due chiacchiere con gli amici.

Insomma, una città vivace, raffinata ed elegante, una città dalle mille sfumature capace di coniugare sacro e profano.

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Per chi vuole conoscere la vera Toscana.

Origine del pane sciocco toscano

Quando si parla del pane sciocco toscano, il tipico pane senza sale della Toscana, è inevitabile non citare il passo della Divina CommediaTu proverai sì come sa di sale lo pane altrui” con cui l’esule Dante sottolinea con fastidio il diverso gusto del pane.
Nonostante il pane sciocco toscano sia sicuramente uno degli alimenti più tipici della cucina toscana, l’origine di questa particolarità gastronomica non ha ancora trovato una spiegazione chiara e univoca.
Molte teorie, tutte ugualmente credibili, ma nessuna fonte certa.
La storia più nota si rifà ai secoli dei Comuni, quando Firenze era in lotta con Pisa. Durante una delle molteplici guerre tra le due città, Pisa scelse di bloccare la vendita di sale a Firenze per mettere in difficoltà l’avversaria: in quei secoli il sale, oltre ad essere come oggi un elemento base nella cucina, era anche il principale conservante dei cibi. I Fiorentini non si diedero per vinti e scelsero di panificare lo stesso, rinunciando al sale.
Secondo altri invece il pane sciocco toscano ha origine dalla politica fiscale medievale di Pisa nei confronti dei Fiorentini. Avendo di fatto il monopolio sulla vendita di sale in Toscana, i Pisani potevano imporre a proprio piacere dazi, gabelle e tasse: arrivarono ad alzarle così tanto che gli abitanti della Repubblica di Firenze alla fine scelsero di fare senza. Questa teoria è supportata dal fatto che a Lucca e a Massa Carrara, che avevano propri porti e non compravano il sale da Pisa, il pane ha il sale. E forse anche per questa politica fiscale esosa che in gran parte della Toscana ancora oggi si dice “meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”.
Esiste anche una terza teoria che vuole il pane sciocco toscano abbia avuto origini svincolate dai dissidi politici dell’epoca, ma sia nato a causa dell’abbondante uso di spezie nei piatti principali della cucina toscana. Pensiamo alla finocchiona, al peposo dell’Impruneta, al prosciutto toscano, per citare i più noti: sono tutti cibi dal forte e pronunciato sapore, che confliggerebbe se abbinato al normale pane salato. Il pane sciocco, invece, non copre ma anzi esalta il gusto di questi piatti.
Benchè tutte e tre le origini possano avere un fondo di verità, e non ci sia nessuna prova oggettiva di quale sia quella giusta, e dazi e gabelle sul sale siano scomparsi, il pane sciocco  è parte così profonda della cucina toscana che ancora oggi, se tornasse su questa terra, a Dante basterebbe superare il fiume Versilia per lamentarsi di “come sa di sale lo pane altrui”.

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Mercatino di Natale in piazza Santa Croce

Il mercatino di Natale in piazza Santa Croce a Firenze è da quindici anni un appuntamento fisso nel panorama urbano della città.

Piazza Santa Croce è una delle piazze più scenografiche di Firenze, a due passi dall’Arno e da Palazzo Vecchio e facilmente raggiungibile anche dai mezzi pubblici. La maestosa facciata marmorea della basilica francescana, cantata da Foscolo perché conservava le spoglie di grandi italiani quali Michelangelo e Galileo, per il mese di dicembre fa da sfondo alle strutture in legno dei piccoli chalet che vanno a ricreare l’immagine del tipo villaggio nordico natalizio.

Quest’anno oltre 50 espositori vanno a comporre il mercatino di Natale in piazza Santa Croce che, nonostante il nome ufficiale sia tedesco (Weihnachtsmarkt), riunisce al suo interno profumi, colori e specialità da tutta Europa. Decorazioni natalizie ucraine, formaggi francesi, marmellate britanniche, leccornie greche convivono con tutti quei cibi e quelle specialità dell’area germanica, dall’immancabile strudel al panpepato. E poi una miriade di oggetti ed idee regalo di ogni prezzo, materiale e dimensione, adatte quindi a tutti i gusti e a tutte le tasche.

Girare all’interno del mercatino di Natale in piazza Santa Croce a Firenze, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 20, fino a domenica 20 dicembre, significa perdersi in un mare di colori e profumi diversi, ma tutti intonati al clima ed alla dimensione natalizia.

Partecipare ad una festa per tutti i cinque i sensi: ascoltare l’allegro vociare di tante lingue straniere, ammirare le decorazioni, annusare i profumi tipici, gustare le specialità europee ed italiane, toccare con mano i prodotti. In definitiva, vuol dire vivere in pieno un clima di festa.

Venite al mercatino di Natale in piazza Santa Croce a Firenze e sorseggiate tè caldo, vin brulè, o cioccolata, bevande fumanti e ristoratrici: incuranti del freddo pungente della città, freddo che comunque concorre a creare l’atmosfera natalizia, tuffatevi tra gli chalet d legno. Tra il gioioso chiasso di grandi e piccini troverete sicuramente un oggetto, un regalo, un pensiero per rendere speciale il vostro Natale.

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Olio di oliva Toscano

Oggi la Toscana è conosciuta in tutto il mondo per la produzione dell’ olio di oliva toscano e deve ringraziare la tenacia, l’impegno, ed intelligenza di coloro i quali, nei secoli, ci hanno preceduto, e di tutti coloro i quali portano avanti oggi la coltivazione dell’olivo e la produzione di olio con lo stesso entusiasmo, passione e creatività dei propri antenati.

L’albero di oliva ed il suo frutto sono elementi antichissimi e, con la vite ed il frumento, hanno accompagnato nel suo nascere ed evolversi la civiltà mediterranea e toscana. Il paesaggio toscano con i suoi ulivi è unico conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.

Per rispettare le caratteristiche organolettiche proprie dell’olio e mantenere le caratteristiche di freschezza del frutto le olive vengono raccolte manualmente direttamente dall’albero e lavorate entro pochi giorni dalla raccolta.

Inoltre l’olio d’oliva toscano deve essere ottenuto esclusivamente attraverso processi meccanici tradizionali che non causino alterazioni dell’olio, che consistono in lavaggio, decantazione,  centrifugazione e filtrazione.

L’olio di oliva toscano possiede una colorazione verde scuro e può anche assumere riflessi dorati ed ha una sua caratteristica profumazione (per esempio di frutta, erba, carciofo). Il suo peculiare sapore fruttato con retrogusto piccante e amarognolo lo rende ideale per l’utilizzo a crudo dell’olio d’oliva toscano su piatti di verdure, minestre e piatti di carne e pesce.

L’indicazione  geografica protetta dell’olio d’oliva toscano  è accompagnata da una delle seguenti menzioni geografiche aggiuntive: “Seggiano”,  “Colline Lucchesi”, “Colline della Lunigiana”, “ Colline di Arezzo“, “Colline Senesi”, “Colline di Firenze”, “Montalbano”, “Monti Pisani” è riservata all’olio di oliva rispondente alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nella disciplinare di produzione Olio di Oliva Toscano IGP.

Gli ulivi aggrappati ai fianchi delle colline interne della Toscana, rappresentano un connubio perfetto tra natura e lavoro dell’uomo: sorreggono i versanti, mitigano l’erosione, contribuiscono a mantenere l’equilibrio di un ecosistema fatto di muretti a secco, di fossi, di greppi che si sposano con i giaggioli, alternandosi con i cipressi e con i vigneti.

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Lino una passione toscana

Massima cura del dettaglio ed un’attenta selezione dei tessuti, sono i due valori che guidano l’azienda IL LINO UNA PASSIONE, in Toscana, nella produzione di biancheria per la casa.
Due sorelle lavorano insieme per offrire un prodotto personalizzabile, prezioso ma sobrio, ricercato nei materiali e nelle lavorazioni.
Il loro atelier ” Lino una passione ” di Viareggio in Toscana è una casa privata che accoglie gli interessati solo previo appuntamento mantenendo la riservatezza e l’esclusività delle merci preziose.
Al suo interno, ambientati nell’uso quotidiano, splendidi arredi tessili nati dal laboratorio artigianale: nei pezzi della collezione, tutti irripetibili, lini e canape antichi si fondono con pizzi, trine, ricami a punto antico e fili contati.

Tutto è estremamente artigianale, ricamato a mano personalmente dalle due donne, che raccontano con passione il loro lavoro, il silenzio, l’attesa paziente, la curiosità e l’osservazione attenta della materia, l’entusiasmo del risultato, quando c’è, e comunque il confrontarsi con lo scarto tra oggetto pensato e oggetto realizzato.
Le creazioni di ” Lino una passione ” sono impreziosite giocando sui contrasti tra lo spessore del lino e la raffinatezza dei merletti e delle frange lavorate, creando spiragli di luce con inserti di tombolo o chiacchierino, con sfilature e trame.

“Spesso ci propongono vecchi corredi passati in eredità” raccontano “ È una grande emozione accostarsi a cassetti e bauli. Sentiamo un grande pudore nell’avvicinarmi a cose così intime che parlano di sogni romantici di giovani donne non ancora spose, di timorate fantasie di vecchie zie e mani di suore, che hanno disegnato un mondo prezioso. Ma nell’attività utilizziamo solo tessuti non usati, che si riconoscono bene per la grande quantità di sarda. Non trattiamo biancheria usata,anche se splendida. Inoltre ci piace contrastare la rustica bellezza dei tessuti con esecuzioni lineari, all’insegna della praticità della manutenzione: oggetti che vanno in lavatrice in massima parte e adatti a ogni tipo di arredo.”.

Caratterizzati dalla tonalità naturali del bianco, avorio, ecrù, marrone e grigio, i lini utilizzati sono stati tessuti con telai a mano dagli inizi del novecento fino agli anni settanta. Sono assolutamente naturali, sani, non colorati, in linea con il rispetto della salute e la valorizzazione del territorio  e delle sue risorse e tradizioni.

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